Racconti Artigiani

Marionette e Burattini

Le cose starebbero così, secondo Michel Poletti: verso il 1500 una principessa, molto malinconica, esprimeva tutta la sua tristezza, nel castello di suo padre il Re . Un Re buono, di quelli, che sono contenti nel vedere felici le persone care . Il giullare di corte inventa per divertirla le prime marionette a fili e chiama Pietro Resoviero a guidarle.

Nascono i Pupi e i Saraceni e le canzoni di gesta, ma non basta per ritrovare la felicità della Principessa, che fugge via dal Castello, alla ricerca di non si sa che cosa.

Principina guarisce dalla tristezza quando su una piazza del Paese trova un burattinaio e le sue maschere, Arlecchino l’astuto, Pantalone il saggio, Brighella il finto tonto, Balanzone il dottore e Colombina la morosa . Il Re la cerca e quando la trova per amor suo inventa altre marionette a fili

e burattini e il mondo cambia in meglio anche se non è vero, e la principessa è felice, finalmente.

Mastro Giovanni pensava alle favole mentre cuciva un lembo della giacca multicolore del suo prediletto Arlecchino, era ormai vecchio e ci vedeva poco, era tra gli ultimi artefici di marionette artigianali , là nella sua piccola botteguccia, in laguna, incastrata un po’ dietro la Giudecca.

Ormai le sue “creature” erano fatte solo per pochi amatori, ma lui stesso andava avanti solo per amore , per vederle rinascere, ogni volta che si sentiva vecchio, come se rinascesse lui. Ce ne erano comunque tante, accatastate sugli stipi e sui banconi, molte venivano riportate e lasciate lì dai teatrini ambulanti , che via via avevano chiuso , molte non erano mai uscite dalla casa del “padre”.

Mastro Giovanni pensava a quante volte la sera chiudeva il laboratorio e si girava a guardarle per un saluto, chissà uno sguardo e aveva, netta, la sensazione, che si fossero mosse tutte insieme in sincronia a salutarlo.

Come quegli attimi scanditi da un’ideale orologio, sopratempo, della commedia di Cechov dove i personaggi in preda a un rigido sonnambulismo, sembrano attendere qualcosa di ineluttabile, di incombente, che magari è già irrimediabilmente avvenuto. Allora Mastro Giovanni tornava indietro e prendeva una marionetta tra le mani, magari quella più comprensiva, Pantalone , il meno furbo, per vedere qualche segno che dimostrasse che si era mosso .

Com’è quel gioco che fanno i bambini , qui dietro alla piazzetta quando c’è bel tempo? Ah già: uno, due, tre, stella . Tu ti giri e loro si sono mossi per avvicinarsi ma quando guardi devono essere immobili.

Pensava “forse fanno così, mi stanno prendendo in giro , però non lo merito gli ho sempre voluto bene”. Prendeva Pantalone e lo interrogava, ma questi si conformava nelle sue mani, si lasciava piegare , stringere , si rassegnava ai suoi voleri e allora non era possibile che si fosse mosso e con

lui tutti gli altri.

Del resto, come avrebbero fatto, chi li avrebbe guidati? Forse era stato solo lo spostamento del tempo a dare la sensazione del movimento, del resto anche una persona se la rivedi , la trovi cambiata come se si fosse mossa, magari inutilmente , magari disperatamente. Pensava: “basta sono stanco , vecchio, ho fatto l’artigiano per cinquanta anni, non guadagno più niente e non ne posso più, magari divento matto io e le mie marionette, domani chiudo e vendo tutto , del resto sono solo frutto di assemblaggio di legno , cera,stoffa e altri materiali”.

Stava per chiudere e alzò lo sguardo e stavolta ebbe nitida la certezza che sì si erano mossi, o almeno lo credette, come se lo avessero sentito si erano spaventati e abbracciati tutti, un po’ come fanno gli uomini solo quando sentono il rumore della paura; Arlecchino con Colombina (ogni occasione era buona), Brighella e Pantalone, financo il Diavolo e Pulcinella e solo quando disse forte: “no, vado avanti, fino a che ci sono”, ritornarono inanimati ma sorridenti, in preda nuovamente allo straniamento della rigidità consapevole , rassegnata, ma accettata, tranquilla. Tutti insieme fino alla fine , uomini , marionette e burattini, finché non ci sia spiegato perché e per chi.

CASARTIGIANI PER SEMPRE CON GLI ARTIGIANI

G.B. 


 

 

Notizie dalle associazioni casartigiani di tutta italia Diffondere la coscienza dei valori dell’Artigianato nel suo ruolo storico quale primaria forza sociale, economica e culturale.

23 Aprile 24


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Giacomo Basso,
L'impegno con gli artigiani

14 Giugno 23

30 Maggio 23

Il Welfare bilaterale artigiano
Gli Organismi e i Fondi Bilaterali nazionali e territoriali nell’artigianato - EBNA/FSBA, SANARTI, FONDARTIGIANATO, OPNA sono strumenti di welfare contrattuale finalizzati a mettere in campo interventi a tutela dei datori di lavoro e dei dipendenti.

Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.

Racconti artigiani
Dalla penna di Giacomo Basso, i racconti artigiani pensati per esaltare l’artigianato attraverso l’uomo.
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