Volti e personaggi dell'artigianato

In primo piano - "Volti e personaggi dell'artigianato" 01 Febbraio 23

Intervista a Maurizio Munaretto

Maurizio Munaretto, presidente Associazione Artigiani Piccole imprese e professioni del Miranese, è testimone e interprete del ruolo meritorio di quegli imprenditori del Nord-Est che, impegnati in specificità metalmeccaniche di qualità, sostengono l’economia e qualificano l’intelligenza e la tradizione italiana ed artigiana del saper fare.

Munaretto gode di una stima generale incondizionata, basti ricordare che ha partecipato alla filiera, ammirata in tutto il mondo, per la creazione del MOSE.

 

  1. Presidente, ora che c’è stato il via libera alla Manovra, la ritiene soddisfacente per quanto riguarda i punti legati alla piccola e media impresa?

 

R: La manovra è molto sbilanciata sulla questione del caro energia, se pensiamo che le norme sui crediti d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas, le misure per il contenimento del costo delle bollette energetiche e le altre misure del cd. “pacchetto energia” complessivamente pesano per circa due terzi della manovra. Di questo è indubbio che le piccole imprese, soprattutto la parte manifatturiera più energivora, tragga beneficio. Sospendiamo il giudizio sulla flat tax sulla quale a nostro avviso sta passando un messaggio sbagliato dai media. Crediamo che in generale sarebbe stato necessario un passo più deciso su altri temi, come ad esempio: premiare con uno sconto fiscale le piccole imprese (entro il milione di fatturato) che hanno un valore ISA medio negli ultimi tre anni, superiore ad 8, o la riduzione della fiscalità del carburante, a riguardo del quale, ci auguriamo si possa trovare spazio nei prossimi provvedimenti.       

 

  1. Il Ministro Urso promette una spinta sul Made in Italy. Come dovrà essere declinata?

 

R: dovrà essere messa al centro la piccola impresa, vero motore del made in Italy quanto a saper fare e trasmissione delle competenze di generazione in generazione. Soprattutto ci dovrà essere una particolare attenzione al Made in Italy vero e proprio, cioè alle produzioni e lavorazioni fatte veramente ed esclusivamente in Italia.

 

  1. Sul versante della transizione green si sta facendo abbastanza?

 

R: si sta procedendo abbastanza velocemente, e in tanti settori la transizione green sta trainando filiere vere e proprie. In questo senso occorre fare di più sulla riconversione in ottica green del patrimonio edilizio, e in quest’ambito sarebbe opportuno trovare delle misure di incentivazione stabili e fruibili da tutti. L’esperienza del superbonus ci insegna che il meccanismo della cessione dei crediti fiscali può funzionare per allargare la platea dei beneficiari e quindi degli interventi, ma occorre un quadro normativo più stabile, chiaro e definitivo e una burocrazia meno farraginosa. Se invece guardiamo la transizione green in ambito automotive, beh li c’è ancora tanto da fare perché l’elettrificazione sta procedendo molto lentamente, ma soprattutto occorre più realismo nel definire gli obiettivi di medio e lungo periodo.

 

  1. Visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona, come agire sui temi legati a flat tax e cuneo fiscale? In tema di politica energetica, inoltre, quali sono le strategie che il governo dovrebbe seguire?

 

R: Paghiamo in media tanto di più e abbiamo servizi in media molto meno efficienti della media europea; questo è un paradosso tutto italiano che non può durare ancora a lungo. Occorre diminuire la pressione fiscale per rimettere soldi a disposizione dei piccoli imprenditori e consentirgli di investire e rendere più moderne ed efficienti le aziende, pertanto sono ben accette soluzioni che vadano in quella direzione come la flat tax o il cuneo fiscale, che però mi si consenta, dai primi impatti sembrano avere effetti più ridotti rispetto a quanto atteso. Quanto alla politica energetica, stiamo pagando anni se non decenni di politiche sbagliate e miopi, venute prepotentemente alla ribalta negli ultimi tempi a causa del conflitto Russo-Ucraino. Occorre diversificare le fonti di approvvigionamento e cominciare a ragionare sullo sfruttamento di quanto presente sul nostro territorio abbandonando approcci ideologici sbagliati e superati.

 

  1. L’inflazione ha numeri ancora troppo alti. La BCE ha alzato i tassi ed intende rimanere su questo percorso fino a quando non sarà scesa. Quali effetti valuta sul tessuto delle microimprese e quali possono essere gli strumenti per far fronte all’aumento del costo del denaro?

 

R: E’ un bel problema, e gli effetti purtroppo si vedranno soprattutto nei prossimi mesi. Le microimprese dovranno trovare il modo di assorbire extracosti da un lato e dall’altro avranno necessità, ancora di più, di avere strumenti di accesso al credito ancora più efficienti. In questo senso purtroppo il mercato del credito sta prendendo una strada sbagliata perché i principali attori del sistema creditizio privilegiano pochi beneficiari quando potrebbero allargare la platea riducendo il rischio; in questo senso è auspicabile a nostro giudizio ridare centralità a strutture più piccole e meno esposte e più presenti sul territorio e proprio per questo in grado di valutare meglio il merito creditizio. Ci riferiamo alle piccole banche e ai consorzi fidi minori.

 

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