In questi ultimi giorni si sono verificate due situazioni in cui, se ancora ve ne fosse stato bisogno, si è dimostrata la grandezza di due esponenti di una generazione che ha ancora tanto da insegnare e da tramandare.
Giuseppe De Rita, che a nostro parere è il più grande Sociologo italiano, ha rilasciato un’intervista a Dagospia, nella quale ha espresso un altro colpo di genio da aggiungere a un palmares cinquantennale.
Disquisendo sulle cause di incomunicabilità e di diffusione del rancore, che va scemando tra gli italiani (vi consigliamo di leggere l’intervista) ha rispristinato alla memoria Totò il buono e il bambino di “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini che, uscito dall’orfanotrofio, a tutti quelli che incontrava diceva: “Buongiorno”. C’è bisogno di tornare a dirsi “Buongiorno”.
Carluccio Sangalli, nell’accomiatarsi dalla Presidenza a turnazione di Rete Imprese Italia, durante l’Assemblea, ha formulato una relazione dei giorni migliori. Dopo una magistrale analisi su intermediazione e disintermediazione e sugli effetti negativi di quest’ultima ha voluto ringraziare i colleghi Presidenti, tra i quali l’umile sottoscritto, soprattutto perché sono stati mesi in cui duro è stato il lavoro ma straordinari i risultati. Suggestiva, se non struggente, la conclusione nella quale citando Giovanni Paolo II ha richiamato alla mente una Sua frase. “Fare il male può anche provocare qualche volta piacere, poi il piacere passa e il male rimane, fare il bene può provocare qualche volta fatica, ma poi la fatica passa e il bene rimane e con esso la fierezza e la pace della coscienza.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.