Intanto vorrei esprimere un ringraziamento per la sensibilità della Confederazione a nome degli Artigiani Veneti. La situazione è di difficile interpretazione in quanto è un misto tra la preoccupazione e l’incertezza su cosa realmente sia e comporti questo virus, e che cosa ci si debba aspettare come conseguenza relativa alla propagazione di questo nella popolazione.
Personalmente, credo che si sia esagerato nell’enfatizzazione di questo problema. Non si tratta di peste, ne di colera. Nell’ultima settimana sono stato in Germania e Monaco, in Svizzera a Zurigo e negli Stati Uniti, ma non ho visto questa attenzione e controllo che il problema meritava.
L’Italia è l’unico punto in cui sono stato controllato al mio rientro. Il che mi fa pensare ad una sottovalutazione del problema almeno fino ad oggi in altri paesi.
Inoltre, quanto espresso dalla stampa e dalle televisioni ha ulteriormente aggravato una situazione psicologica di per se già difficile da gestire, ma non così drammatica come in molti casi viene descritta.
Sicuramente il problema dei controlli desta la sensibilità della popolazione perché è una storia che parte da lontano e che deriva dalla insicurezza che molti cittadini manifestano sulla questione dei migranti.
Le richieste sono quelle che ci aspettavamo, come sempre, ma non sappiamo se le risposte saranno pertinenti. Infatti, negli ultimi periodi abbiamo notato una certa distanza tra chi governa e le esigenze delle imprese, per cui in una situazione come questa dove probabilmente a titolo precauzionale, e sottolineo a titolo precauzionale, dovranno in molti fermarsi, è impensabile che il regime fiscale venga mantenuto inalterato e su questo ci aspettiamo un intervento importante dello Stato e dell’Unione Europea, un po’ mancata sulle recenti vicissitudini italiane.
Vorrei ricordare che l’artigianato italiano e veneto vive in un microclima delicato unico e questi scossoni, come quelli di una mancata sensibilità sulla burocrazia e sulla fiscalità, hanno già di per sé prodotto danni importanti, non solo nei numeri, ma anche nelle tipologie di aziende, dove il manifatturiero è praticamente stato decapitato.
Innanzitutto di agire con prudenza perché il contenimento delle aree è un sistema per chiudere il più velocemente la partita, ma questo non vuol dire che si debbano creare confini od erigere muri, bisogna prevenire ed imparare a convivere con problemi a cui fino ad ora non eravamo abituati, ma che, ripeto vengono rappresentati, in alcuni casi in modo sbagliato creando un effetto mondiale che pesa sulla nostra economia ingiustificatamente.
Vi sono malattie che stanno producendo molte più vittime e non vengono enfatizzate come questa, anche in paesi che oggi invocano il blocco e la quarantena dei Veneti e dei Lombardi. La Regione Veneto sta facendo un ottimo lavoro e crediamo che la soluzione sia una questione di tempo, ma arriverà e nel frattempo ci atterremo ad ogni disposizione per raggiungere l’obiettivo.
Per quanto riguarda le aziende la preoccupazione per i cosiddetti effetti collaterali è alta, ma l’importante è sapere che la Confederazione ha già colto il problema e come si suol dire “sta sul pezzo” comprendendo le necessità che in questo caso sono necessarie qui, ma un domani potrebbero essere necessarie altrove e di questo non possiamo che compiacerci.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.