“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”
Così fa dire Shakespeare a Prospero, Mago e Duca di Milano, usurpato, nel dramma “La Tempesta” atto IV scena I.
Questo ci veniva ripetutamente alla mente, quando siamo stati ad omaggiare a Palestrina il sepolcro di Angelo Fornari, in occasione della giornata del Ricordo.
Un sogno, dunque, ma da un sogno ci si può svegliare e tornare alla realtà, magari con sollievo, perché quello che sognavamo ci atterriva.
Se ci si sveglia da una vita, che realtà e che dimensione si trova e come dare contenuto alla stessa vita? Il sogno normalmente si subisce, non si controlla, la vita per quello che ci è stato insegnato, dipende dalle nostre azioni, dai nostri comportamenti, dalle nostre scelte, oppure non è vero? Quindi, c’è il destino della vita così come c’è l’obbligatorietà e la sottomissione al sogno? E cosa dire poi della sofferenza, come può essere il dolere derubricato alla percezione di un sogno, semmai questo può valere per tutto ciò che è appagamento, il piacere D’Annunziano, la soddisfazione di un traguardo, oppure una sinestesia, come la prima volta che hai visto il mare.
Da tempo pensiamo che CASARTIGIANI sia stato un sogno concreto e ciò non lo si consideri un ossimoro, ma un eccezionale successo e Angelo, comunque lo si consideri, amico o semplice interlocutore, è stato facente parte di questo sogno, per una vita di quasi cinquanta anni dedicata all’Organizzazione.
Ma la vita non è un sogno e non siamo fatti della stessa sostanza di un sogno, quando viviamo siamo reali e l’anima è immortale, come del resto hanno sancito tutti i filosofi fino a Kant.
Le gioie le sofferenze sono reali e “Faber est suae quisque fortunae” sostenevano i Romani perché siamo nella condizione anche in questa dimensione di poter scegliere, di poter orientare, e questa è l’unica grande forza consolatoria che ci è concessa, permettendo ad ognuno di dissimulare l’infinita solitudine e lo straziante dolore.
Gli atti di valore rimangono e permangono e con essi i valorosi, così come il contributo che ognuno ha fornito nell’ambito delle sue possibilità.
Angelo credeva nella Promessa, senza troppa enfasi, che sembrava mancanza di convinzione, ma non lo era. Lui era fatto così, come abbiamo avuto a dire, allegro nella sua inesauribile malinconia, discreto nella sua ineffabile Speranza, un senso di straniamento deviante, ma nello stesso tempo rassicurante, perché molto umano, concreto, conservativo. L’auspicio forte è che a Lui, la Promessa, sia stata mantenuta.
Comunque, tanto per intenderci, Prospero era un illusionista e il sogno lo manipolava, non lo subiva, così con il contributo di Angelo abbiamo creato un sogno di nome CASARTIGIANI.
Il Welfare bilaterale artigiano, eroga prestazioni e servizi che vanno dal sostegno alle aziende in crisi e al reddito dei lavoratori dipendenti in costanza di rapporto, a interventi a favore delle imprese e del loro sviluppo, all’assistenza sanitaria integrativa e a corsi di formazione professionale, fino alla costituzione di una rete di rappresentanti della sicurezza territoriale.